Il genere fantascientifico è da sempre apprezzato non solo per le sue caratteristiche più riconoscibili, ma anche perché al suo interno è possibile iniettare tanti altri generi diversi, ricontestualizzandoli con lo spazio o con il futuro o con qualsiasi altra ambientazione. In questo quinto capitolo del mensile saldaPress Aliens, troviamo proprio una di quelle “iniezioni”: a bordo dell’Europa arrivano i pirati.

Dal momento che i ladri e criminali, sebbene diversi a seconda dei luoghi in cui si trovano, si somigliano tutti, Brian Wood e Tony Brescini li rappresentano con passamontagna e armati fino ai denti, oltre che colmi di pessime intenzioni. Come abbiamo avuto modo di vedere negli scorsi mesi, Zula Hendricks non è una che va molto per il sottile. Lei e Davis 1 ormai sono legati profondamente da un rapporto che va oltre la semplice collaborazione forzata dalla sopravvivenza, trasformandosi pian piano (ma inesorabilmente) in un solido legame affettivo, a cui entrambi non possono sottrarsi, ma al quale devono inevitabilmente fare affidamento. Proprio per tutti questi motivi, è interessante notare come Wood si preoccupi di non banalizzare questo rapporto, portandoci a scoprire differenti punti di vista per le vicende narrate, come se Davis 1 non possa essere più umano di quanto non sia già, così come Zula non possa dare la priorità alla propria missione, senza perdere la propria umanità.

Come dicevo più sopra, pirati. E proprio questo assalto è un ottimo banco di prova per Zula e Davis. Per quanto ci possano essere tutti i presupposti per una sconfitta, Zula dimostra estrema consapevolezza per ciò che deve compiere ovvero liberare la nave. Ed è pronta a tutto pur di raggiungere questo scopo, anche allearsi col suo peggior nemico. O meglio, sfruttarlo per una “giusta” causa. Wood sembra volerci ricordare, quindi, che al di là di tutto, dei pirati, delle relazioni, dello spazio, del dolore fisico o emotivo, qui si sta raccontando un altro capitolo dello scontro tra l’umanità e gli xenomorfi, tra uomini e alieni. Ecco quindi che il “nemico”, la minaccia, si ricalibrano secondo le nostre necessità e divengono strumento per liberarsi di un nemico più pericoloso o più immediato o più determinato. Zula e Davis hanno un vantaggio: provengono dalla guerra, da scenari differenti, certo, ma pur sempre dalla guerra, e capiscono che non ci sono ripensamenti in guerra, il classico “il nemico del mio nemico è mio amico” si fa concreto, cruda realtà e si ricorre ad ogni mezzo per vincere la battaglia. Perché lo scopo finale è la vittoria della guerra.

Per questo motivo Wood è pronto a portare i suoi personaggi ad un finale che si prospetta esplosivo. Un percorso è stato realizzato, fino ad arrivare alla decisione di compiere una missione suicida pur di tornare sulla Terra ed impedire che le mani sbagliate entrino in possesso degli xenomorfi. Eppure c’è ancora un capitolo di questa storia che deve essere narrato, non può esaurirsi con la missione suicida e tanti saluti ai lettori. Ecco che Wood crea un cortocircuito con quanto visto poche pagine prima: questa è sì una storia sugli alieni, ma Alien non è una “semplice” storia sugli alieni. Si tratta sempre e comunque di una storia che parla di noi, di come intessiamo i nostri rapporti, delle paure che ci attanagliano, sulle incognite della vita e sulle scoperte che vi si nascondono, senza che noi lo possiamo sospettare. Wood ha ancora un capitolo da raccontare e sarà quello della verità, della resa dei conti, non solo tra umani e xenomorfi, ma soprattutto tra Zula e Davis.

Un lavoro di tale fattura è molto complesso, richiede dei tempi lunghi e tutto deve essere ben congeniato. Se pensiamo a quello che abbiamo letto in questi mesi, vediamo come, rispetto ai primi capitoli della storia, fortemente caratterizzati dal silenzio, dallo spazio profondo, dalle minacce sconosciute, ci siamo spostati verso scene sempre più dialogate, uno spazio vicino alla Terra che, proprio per questa sua vicinanza, sembra farsi affollato, concreto, tangibile, privo delle minacce incontrate finora. Questo non vuol dire che la storia finisca qui, ci manca ancora l’ultimo tassello, quello che, a distanza di mesi, è il mistero più grande. Crediamo di sapere tutto, ma abbiamo visto tante piccole verità distorte, acerbe, incomplete e solo la fine di questa odissea potrà davvero fare chiarezza su cosa abbiamo letto. Una storia di alieni contro uomini, certo, ma una storia che racchiude in sé tante altre storie, anche storie di pirati. Per questa recensione è tutto, ci rileggiamo per il finale di Aliens: Defiance e il sesto capitolo del mensile Aliens prossimamente.

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