Per realizzare un fumetto che colpisca c’è bisogno che ogni suo elemento costituente sia al massimo delle proprie potenzialità. L’evidenza di tale processo creativo è presente in Nameless, uno dei più recenti lavori del trio Grant Morrison, Chris Burnham e Nathan Fairbairn (Batman: Incorporated, Multiversity, Wonder Woman: Earth One). Nameless si presenta come un immersivo viaggio nel misticismo più rappresentativo del mago Morrison, ma è molto di più.

Partiamo dal presupposto che la lettura di Nameless non è cosa semplice, richiede uno sforzo mentale non solo volto alla comprensione dei diversi piani narrativi, ma anche all’esplorazione di un mondo mistico e leggendario multiforme. Dal punto di vista narrativo, Morrison chiarisce nelle note dei diversi capitoli che l’intento suo e di Burnham era di tenersi lontani dall’ormai classico universo horrorifico lovecraftiano, per spostarsi su un’interminabile serie di miti, leggende, tradizioni e culti provenienti da tutto il mondo e da tutta la Storia dell’umanità. Questo stravagante meltin’ pot di occultismo e terrore, poggia su due solide basi tematiche: la natura di (o del) “Dio” e il femminino sacro.

Per prima cosa, in una storia di tale foggia, viene meno il regolare svolgimento narrativo, realizzando così un labirinto di situazioni che fino ad un certo punto sembrano seguire un filo logico o un piano della realtà, ma che invece è una classica narrazione “alla Morrison” fatta di rimandi, richiami, eventi ciclici, eventi ripetuti nel tempo ed eventi spostati di asse temporale. Questo modo di presentare il proprio lavoro, risente del messaggio e delle modalità narrative con cui Morrison e Burnham impostano Nameless: l’intricato dipanarsi metatemporale e metanarrativo del racconto, segue il meccanismo della poesia, più che del romanzo o della sceneggiatura, avvalendosi di spostamenti e volteggi che devono seguire ora un elemento mistico ora un altro. Come dicevo più sopra, alla fine dei conti è la ricerca di “Dio” e del ruolo che ricopre nella Storia dell’umanità a fungere da sostrato amalgamante della mitologia presente in Nameless, fino a rappresentarne il motivo disgregante della narrazione e portare lo sviluppo della stessa, appunto, a non seguire prefissati e tradizionali canoni.

Per assurdo che possa suonare, Nameless ha comunque un protagonista che funge da idolo polemico, da contraltare platonico da seguire e da ripudiare allo stesso tempo. Il “senza nome” che dà il titolo alla storia. La scelta di non catalogare il protagonista presenta una duplice scelta narrativa, che confluiscono in una conclusione ben precisa. Il “senza nome” è l’uno che vale tutto, l’Uomo nel suo concetto, ma allo stesso tempo è uno strumento nelle mani del “Dio”, un veicolo che deve portare il messaggio divino di morte e punizione tra gli uomini, il ritorno alla legge divina biblica nel suo aspetto più carnale e patriarcale. Nell’accettazione di questo veicolo divino è insito il messaggio finale di Nameless: l’apertura all’Era del femminino sacro, il ribaltamento dei canoni, l’immersione nel grembo materno silenzioso e umido della Madre, l’abbandono di un mondo violento e l’apertura ad un nuovo periodo diametralmente opposto, forse anche nella speranza di un’inversione di tendenza dell’umanità.

In Nameless, il mezzo della narrazione a fumetti viene plasmato da Morrison, Burnham e Fairbairn come creta ancestrale per produrre un poema a fumetti sulla natura dell’uomo, il suo rapporto col divino e gli infiniti approcci mistici che si sono realizzati nel corso della Storia. Nameless è un poema storico raccontato per immagini, un sunto del misticismo mondiale e una narrazione iper-orrorifica perché estremamente realistica, in quanto tocca le corde più profonde e nascoste dell’animo umano, quelle che abbiamo, appunto, paura a rivelare e a scoprire. Malgrado la difficoltà dell’approccio, Nameless è un incantesimo o una stregoneria degna del migliore Morrison. Edito in Italia da saldaPress (casa editrice ormai sempre più indispensabile nel panorama editoriale fumettistico italiano, in grado di inglobare nel suo catalogo prodotti mainstream e “di nicchia”, dandogli la stessa importanza e valore), Nameless sarà il vostro prossimo fumetto preferito. In questa recensione si è voluta offrire una chiave di lettura, sta a voi scoprire il resto e farvi un’idea. Noi ci rileggiamo alla prossima.

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