Arrivato da poco in Italia, è doveroso parlare di Jupiter’s Legacy come una serie che ha fatto sudare freddo migliaia di lettori oltreoceano. L’ultima fatica di Mark Millar e Frank Quitely ha subito una gestazione di circa tre anni, con all’attivo soltanto cinque issue. Per fortuna possiamo godercela finalmente in un comodissimo volume.

 

Nel 1932, dopo una serie di sogni su una fantomatica fonte di potere, Sheldon Sampson, suo fratello Walter ed un piccolo gruppo di leali seguaci, s’imbarcano in una missione di ricerca per tutto il globo terrestre. Nelle decadi successive al loro viaggio, le opere supereroistiche dei due fratelli sono divenute leggenda e l’intera comunità politica è alterata dalla loro presenza. La loro eredità è pesante: protagonisti di uno scandalo dopo l’altro, Chloe e suo fratello Brandon sono l’essenza del disonore per la famiglia Sampson. Quando gli eventi porteranno improvvisamente il loro mondo verso il collasso, toccherà proprio ai due giovani metaumani l’arduo compito di riportare la situazione alla normalità.

Jupiter’s Legacy amalgama una quantità spropositata di tematiche care all’ambiente supereroistico, creando un mix univoco che riesce comunque a proporsi come una novità. Autorità, eredità, il potere e le sue conseguenze, tutto quanto viene messo in discussione sotto un luce differente, più intima, grazie all’enorme focus sulla famiglia Sampson. Mark Millar cattura alla perfezione il divario generazionale presente all’interno del ristretto gruppo di personaggi, individuando nella figura di Sheldon il baluardo delle virtù umane e nei due giovanissimi eredi lo specchio di un epoca disillusa e materialista, in cui l’inettitudine è la triste conseguenza di un vuoto personale.

È evidente in Jupiter’s Legacy una cura incredibile per la caratterizzazione dei personaggi: leggendo con attenzione ogni pagina, è possibile cogliere un’infinità di sfumature nei loro atteggiamenti. Nonostante si presentino quasi come stereotipi, ognuno dei protagonisti è una monade a sé stante, un universo costruito su solide basi in grado di affascinare il lettore e di creare un legame empatico saldo e stabile. Inutile parlare di quanto Millar adori sconvolgere il suo pubblico: nel corso dei cinque capitoli sono numerosi i momenti spaccamascella, dei montanti diretti allo stomaco in grado di turbare seriamente la mente del lettore. Situazioni shockanti, spesso volontariamente esacerbate ma che non inficiano sulla qualità generale della miniserie.

Occorre una puntualizzazione: niente in Jupiter’s Legacy avrebbe funzionato senza l’artwork di Frank Quitely. Noto perfezionista della matita, l’artista ci regala una regia cinematografica di altissimo livello. Maniacale nella cura per i dettagli, Quitely è summa di dinamismo e spettacolarità. Non è da tutti riuscire a mantenere vibrante la scena anche durante sequenze domestiche, così come non è da tutti fornire una buona transizione da calma piatta ad azione supereroistica di portata cosmica. Quitely, invece, fa di questi difficili passaggi i suoi punti di forza, mantenendo la narrazione energica ed irrequieta, proprio come i due giovani protagonisti.

Un racconto supereroistico di stampo apparentemente classico, ammodernato per il nuovo millennio e condito da personaggi credibili ed intriganti. Jupiter’s Legacy è uno dei migliori lavori dell’ultimo Millar, ed è un bene che la bontà di questa idea continui ad esser sfruttata grazie al prequel Jupiter’s Circle e al futuro Secondo Volume.

Lettura consigliatissima.

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