Se c'è uno che può dire la sua in merito alla dilagante moda dei cinefumetti, quello è certamente Mark Millar. Lo sceneggiatore scozzese è infatti uno dei più importanti autori contemporanei, in grado di dare vita a opere di enorme successo come Civil War, Ultimates, Old Man Logan o Superman: Red Son; e di creare proprietà intellettuali da milioni di dollari come nel caso di Kick Ass e Wanted

In una recente intervista rilasciata a IGN, Millar ha spiegato come secondo lui non si sia ancora esaurito l'entusiasmo verso i cinefumetti supereroistici e che, a suo parere, passeranno almeno altri cinque anni prima che questo genere finisca per stancare il grande pubblico. 

Il riferimento è naturalmente alle dichiarazioni del regista Steven Spielberg che, qualche tempo fa, ha paragonato il genere supereroistico a quello western, sottolineando come sia inevitabile, col tempo, una flessione di incassi e la successiva scomparsa di questo tipo di pellicole.

"Anche la razza umana farà la fine dei western. Tutto finisce, a un certo punto. [ride] Saremo solo atomi, è inevitabile. Penso che il genere supereroistico abbia ancora cinque anni buoni. La roba in arrivo sembra comunque buona"

Millar continua spiegando che, a fronte di tante persone che amano il genere, pian piano si sta sviluppando un sempre più consistente numero di spettatori che invece non sopporta questo tipo di film; e che, in fondo, si tratta pur sempre di un genere di nicchia che attrae principalmente un certo tipo di pubblico.

Quanto, ancora, al clamoroso flop dei Fantastici Quattro di Josh Trank, l'autore scozzese, pur non apprezzando particolarmente la pellicola, sembra non essere poi così categorico.

"Penso sia un peccato, perché c'erano elementi validi. Alcuni aspetti erano discreti. Ho un buon ricordo della prima metà, in particolare. Josh Trank [il regista] è talentuoso. Chronicle è il mio film di supereroi preferito del 2012. E considerate che quell'anno è uscito The Avengers. Chronicle mi è piaciuto davvero tantissimo. Purtroppo a volte le cose non vanno come previsto. Nessuno si mette al lavoro sperando che le cose vadano male. Provano tutti a fare del loro meglio ed è successo anche in questo caso. Ma non è andata come speravano, ed è un peccato"

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