Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile viene,
quali segreti scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele, che ti chiamò crudele.
Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi dopo fatto l'amore,
come la terra dorme nella notte dopo un giorno di sole, dopo un giorno di sole.

Così cantava Francesco Guccini nel 1972 nella sua Canzone dei dodici mesi inclusa nel CD Radici. Per anni mi attanagliò il desiderio di scoprire chi era quel poeta e perché Aprile custodiva segreti, perché era crudele? Anni dopo, grazie anche a Internet, sono riuscito a sciogliere i miei dubbi.

Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.

(T.S. Eliot – La terra desolata, I La sepoltura dei morti)

 

Non so se vi possa essere un vero collegamento, bisognerebbe chiederlo all’autore, ma proprio da questi concetti nasce Shigatsu wa Kimi no Uso, tradotto letteralmente in La tua bugia nel mese di aprile, mentre in inglese assume il titolo di April is your lie, ovvero, Aprile è la tua bugia, traduzione che prediligo rispetto alla prima; ma per spiegare perché, prima dovrò fare un passo indietro e presentarvi l’anime in quesione.

Shigatsu wa Kimi no Uso è un anime tratto dal manga omonimo di Naoshi Arakawa, serializzato in giappone dal 9 ottobre 2014 al 19 marzo 2015, sotto la regia di Ky?hei Ishiguro e prodotto dalla A-1 Pictures. È un anime che ricade certamente nel genere romantico, ma include in sé anche il genere musicale.

Trama
K?sei Arima è quello che si potrebbe definire un “bambino prodigio”. Cresciuto all’ombra di sua madre e del pianoforte di quest’ultima, la sua vena artistica e musicale l’ha da sempre distinto rispetto a tutti gli altri, infondendo grande ammirazione nel pubblico che lo ascoltava e vincendo sempre i primi premi in qualsiasi images3I5UGZ43competizione. Nonostante tutto, egli porta sulle spalle eventi tragici legati alla sua triste infanzia, che culmina con la morte della madre, unico genitore di Arima che si vede (seppur nei flashback) nell’anime. Questi eventi tragici fanno sprofondare la sua psiche in un abisso senza fine, rendendogli le giornate monotone, piatte, senza alcun vero scopo da perseguire, dato che l’unico talento che aveva (quello musicale) gli era stato sottratto dalla morte della madre. Vive le sue giornate scolastiche sotto la tutela amorevole della sua amica d’infanzia Tsubaki ed il suo migliore amico Watari, grande atleta e playboy.
Arima non riesce più a sentire le note del pianoforte ma, specialmente, non vuole più entrare in contatto con quel mondo di concorsi musicali, spartiti, prove continue e massacranti che gli riportano alla memoria i drammatici eventi legati all’infanzia e alla madre. Eppure, proprio in aprile, sotto gli onnipresenti petali di ciliegio, Arima incontrerà la ragione per affrontare tutte le sue paure, tutti i suoi tormenti, per poi tornare a suonare con una maggiore consapevolezza delle sue capacità. Questa ragione porta il nome di Kaori Miyazono, una violinista dalla bellezza primaverile: fresca, allegra, energica e solare, che entra di traverso (ovvero tramite il suo fidanzato Watari) nella vita di Arima e la sconvolgerà del tutto. Riprendendo alcuni versi di Eliot: «[…] genera/ lillà da terra morta.»; la violinista fa letteralmente sbocciare la vita del pianista, con una certa veemenza e anche crudeltà ( «Aprile è il più crudele dei mesi» ) lo spinge a fare i conti con il suo passato, lo trascina sul palco e gli impone, dinanzi al pubblico dell’auditorium, di mostrare i propri sentimenti, le proprie angosce e le proprie paure: «[…] risvegliando/ Le radici sopite con la pioggia della primavera.». La storia, dunque, ruota attorno a questi quattro personaggi, ai loro legami affettivi ed al talento di ognuno.

Analisi
Aprile è la tua bugia è un titolo che ha molta più importanza e possiede una lettura ad ampio raggio rispetto al letterale La tua bugia nel mese di aprile, perché si parte da quella citazione letteraria di Eliot, ricordata da Guccini, secondo cui è Aprile che porta in sé queste bugie, questa crudeltà. Uno stravolgimento della vita che può essere addirittura doloroso. È vero che c’è una bugia che viene detta nella stagione primaverile da uno dei quattro personaggi della serie, dunque sarebbe più indicato dire “La tua bugia”, ma il senso d’appartenenza di quella bugia non si perde nella traduzione inglese, alla quale, però, s’affianca quel significato più profondo legato alla primavera che Eliot aveva colto e definì “crudele”.

Guccini scrisse, in un’altra canzone, che le piogge d’aprile: «lavavano un anima o una strada/ e lucidavano in fretta un pensiero o un cortile/ bucando la terra dura e nuova come una spada»; in tal modo, riprendendo quel concetto di Eliot in cui si ammira la rinascita della vita, ma con un retrogusto di amarezza. Anche in questo anime la bugia che viene detta in Aprile lava e lucida i pensieri del protagonista. Non solo, risveglia quelle sue radici (intese come legami del passato) e gli fa compiere un processo fra il dolore e il piacere, che gli consentirà di sbocciare, non solo nella musica, ma anche nella vita quotidiana, consentendogli di tornare ad ammirare la bellezza della vita (intesa come primavera). Farlo, però, non sarà affatto facile. Kaori si carica sulle spalle il compito di far rifiorire Arima, di farlo tornare alla vita e, specialmente, alla musica, ma per farlo dovrà essere come quella pioggia primaverile gucciniana e fungere da spada per fendere il duro e ispido terreno invernale, ovvero quel guscio difensivo che impediva ad Arima di avvicinarsi alla musica.

Ciò che più incuriosisce, di puntata in puntata, è: perché Kaori si interessa così tanto alla sorte di un ragazzo conosciuto da poco, quello che definisce “Amico A”, cioè l’amico del suo fidanzato e nient’altro? All’inizio si pensa che il suo interesse sia strettamente legato al desiderio di sentirlo suonare ancora, ma non si riesce a spiegare pienamente perché una sconosciuta, da un giorno all’altro, si interessi così tanto della vita di qualcun altro, fino ad aprirsi sentimentalmente a lui. Inoltre, per ventuno puntate, la relazione d’amore fra Kaori e Watari, è nulla, viene ricordata ogni tanto, per ridefinire certi rapporti, ma la vera relazione che si percepisce è quella fra Kaori e Arima, una relazione così forte da far chiedere perennemente con che logica la bella violinista si sia fidanzata con Watari? Solo per una questione di bellezza estetica? E poi… qual era questa bugia detta in Aprile? Abilmente, il regista Ishiguro, riesce a camuffare le risposte di tutto ciò fino alla puntata finale e non sarò certo io a rovinarvi tutto.

Al di là delle motivazioni che spingono Kaori a questa affezione nei confronti di Arima, siamo di fronte a un anime che propone la storia e crescita di quattro ragazzi tramite la musica classica. Proprio questa caratteristica è stata la più allettante del progetto; e cioè, mettere al centro di tutto la musica e, tramite essa, far crescere i personaggi dal punto di vista psicologico, farli rapportare l’uno con l’altro, farli innamorare, sfidare, odiare, ecc.; perché, in fondo, la musica è tutto questo: la musica è pura emozione e non è difficile poter immaginare una storia che ruoti attorno a questo tema.

Dal punto di vista della regia, come ormai da anni accade, l’impronta del maestro Hideaki Anno è evidente. L’attenzione che si riserva a inquadrature fisse, a oggetti o parti del corpo, apparentemente insignificanti, ma che restituiscono una moltitudine di significati, i repentini cambi stilistici e tante altre finezze registiche di cui Anno fu il promotore. Ciò che colpisce maggiormente, però, sono i disegni, molto precisi e realistici per quanto riguarda i paesaggi e molto brillanti e puliti, forse con tratti troppo tondeggianti, ma comunque apprezzabilissimi, per quanto riguarda le figure umane. In particolare spiccano gli occhi, cui proprio gli stessi personaggi, nelle prime puntate, danno una notevole importanza. Questi sembrano avere una brillantezza speciale oltre che una reale profondità.

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In conclusione: Shigatsu wa Kimi no Uso è un anime che raccoglie in sé una buona tecnica realizzativa, con una storia abbastanza profonda e interessante da analizzare (magari in un articolo in cui mi riserverò l’occasione di fare spoiler); e che può mettere d’accordo: chi ama la musica, grazie alla possibilità di ascoltare brani di musica classica; chi predilige storie a sfondo psicologico, poiché i traumi subiti da Arima genereranno alcune sequenze abbastanza interessanti, ed anche chi apprezza e predilige le tematiche romantiche, grazie ad una storia d’amore presentata in modo molto particolare. Inoltre l’alternanza di momenti intensi a momenti di grande distrazione, rendono l’anime appetibile ad un pubblico medio. Delle musiche originali, consiglio vivamente il primo opening, realizzato dai Goose House (citati anche all’interno dell’anime) ed il secondo ending.

Voto finale: 7

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