Continua il percorso di Orfani alla scoperta dei protagonisti di questa serie Bonelli e nel volume di Gennaio conosciamo meglio il personaggio della Mocciosa (a.k.a. Sam); non mancano anche questa volta i colpi di scena e nuovi misteri infittiscono la trama di questo Orfani #4.

Partiamo dal presupposto che è difficile per tutti liberarsi da determinati modus operandi in campo fumettistico: colpi di scena realizzati in un certo modo, dialoghi con un preciso svolgimento e ritmo, situazioni narrate secondo un proprio canone. Però Recchioni dovrebbe capire che Orfani andrebbe liberato da alcuni fattori che ne inficiano la qualità (che altrimenti sarebbe davvero davvero alta). Non sono qui a giudicare l’operato di uno scrittore professionista, semplicemente ci si deve rendere conto che far terminare la “lotta” fra Sam e Raul a “tarallucci e vino”, ha fatto perdere di credibilità alla scena e un po’ a tutta la vicenda di Ringo (scomparso nello scorso numero). Se il finale pacifico - per così dire - era andato bene nel confronto violentissimo (e magistralmente sceneggiato e disegnato), in questo secondo caso non l’ho trovato molto azzeccato; mi sembra ci sia la voglia di avvicinare questo prodotto ad un certo andamento fumettistico d’oltreoceano (approccio Marvel, per capirci: non importa quanto difficile sia la situazione, ci sarà sempre qualcuno che farà la battuta ridicola), ma non si hanno i mezzi necessari per farlo e la narrazione appare semplicemente spezzata. Com’è possibile tornare alla normalità per una mezza pazza come Sam, dopo aver visto Ringo combattere al suo fianco?

Il volume è ancora impregnato di questi aspetti, ma per il resto direi che almeno ci siamo sbarazzati della solita maledettissima frase – che non voglio neanche stare qui a ripetere – mostrando che qualche modifica in corso d’opera è stato fatto, soprattutto perché ci si è resi conto di dover cambiare rotta. Gli aspetti positivi per fortuna controbilanciano queste disattenzioni macroscopiche: stupenda la copertina del solito Massimo Carnevale, lavoro altrettanto ottimo quello di Massimo Dall’Oglio e Gigi Cavenago ai disegni e sempre piacevoli i colori, stavolta di Lorenzo De Felici; oltre ai commenti per l’aspetto grafico, bisogna comunque notare come la trama si stia pian piano dipanando bene, mostrandoci come, alla base del piano di “vendetta” umano, ci siano forse altri intenti. Il duo Juric – Nakamura collabora per fini ancora celati e il piano della dottoressa sta prendendo forma, cosa che mi incuriosisce davvero molto.

Anche questa volta ci sono un bel po’ di citazioni, meno palesi, meglio inserite nella trama: la scena della piccola Sam attorniata dalle fiamme, mi ha molto ricordato una scena simile del film Babylon A.D., mentre la parte in cui viene spiegato alle reclute dove installare i ripetitori, ricorda la metà dei film d’azione con protagonisti gli alieni. Immancabile anche la citazione a Star Wars – e fa sempre piacere – anche se meno esplicita del solito: il raid degli Spettri, nella seconda parte del mensile, si staglia su un paesaggio innevato che ricorda molto l’attacco dell’Impero contro le forze dei Ribelli su Hoth.

Leggere questo volume mi ha finalmente comunicato la sensazione di avere un bel progetto tra le mani, qualcosa che sono felice di leggere e mi ha finalmente trasmesso un senso di “sazietà”, cosa che nei primi tre numeri non avevo percepito. Spiego cosa intendo per “sazietà”: quando ho tra le mani un volume di 25 pagine non ho le stesse aspettative di quando ne ho tra le mani uno di 98, so bene che una storia da 25 pagine mi darà poco dal punto di vista del tempo impiegato nella lettura; ecco, nei primi tre volumi di Orfani le mie aspettative di durata sono state un po’ deluse, mentre questo numero mi è parso il giusto connubio tra azione e corposità della trama (complice la bella e dettagliata scena della spiegazione sulla natura degli Spettri). Spero che l’andamento futuro sia sempre questo, ovvero una narrazione che riesca a raggiungere un perfetto equilibrio tra azione e spiegazione, introspezione e rapidità.

Per finire una piccola chiosa sul volume della Bao Publishing di prossima uscita. Per quanto possa essere ben rifinito, curato e ricco di contenuti un volume, ritengo comunque alto il prezzo di 27€ (anche se si tratta di 325 pagine), soprattutto perché credo la Bao si sia limitata a pagare i diritti alla Bonelli per la pubblicazione. La storia dei diritti Bonelli è sempre un terreno spigoloso (vedi quello schifo di “film” su Dylan Dog di qualche anno fa) quindi mi riservo i commenti definitivi su questo prodotto solo a pubblicazione avvenuta. Per questa volta è tutto, ci leggiamo il mese prossimo su Orfani.

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