I film di Alfonso Cuaròn che mi è capitato di vedere negli anni mi sono sempre piaciuti. A partire da Paradiso Perduto del 1998 con Ethan Hawke e Gwyneth Paltrow (bellissimo), passando per Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (il mio preferito tra i film sul maghetto di JK Rowling) arrivando a I Figli degli Uomini (pellicola molto interessante). E devo dire che il regista/sceneggiatore messicano non mi ha deluso neanche questa volta: Gravity, con George Clooney e Sandra Bullock, è sorprendente.
- Sandra Bullock? Ma è una commedia romantica a gravità zero? -
No, è un film di fantascienza (ambientato ai nostri giorni).
- Con Sandra Bullock? -
Si, con Sandra Bullock. E, nonostante quest'ultima sia espressiva come le suole del mio mocassino, il film di Cuaròn è davvero valido.

Appena indossati gli occhialini 3D, infatti, verrete immediatamente risucchiati nelle profondità dello spazio, un luogo dove non c'è gravità
- evviva! -
i suoni non si propagano
- lo sanno tutti che 'Nello spazio nessuno può sentirti urlare' -
le rughe scompaiono
- è il fenomeno noto come 'effetto Sandra Bullock' -
e, soprattutto, un luogo dove la prima legge di Murphy trova la sua più sconcertante conferma
- 'Se qualcosa può andar male... lo farà?' -
Eccome!

In Gravity, Sandra è l'astronauta Stone, si trova nella sua tutina spaziale e, in mezzo al nulla cosmico, sta riparando il telescopio spaziale Hubble. Nel frattempo, George - l'astronauta Kowalski (esatto: si chiama come il pinguino di Madagascar) - le svolazza attorno cercando nello spazio profondo la risposta ad uno dei quesiti che lo tormentano da anni: 'Nespresso, what else?'.
Ma ecco che, quando hanno quasi finito di fare il tagliando al microscopio, arriva una pioggia di detriti che stermina l'equipaggio lasciando i due soli soletti nello spazio profondo!

La lotta per la sopravvivenza diventerà un'impresa titanica considerata l'impressionante sequenza di sfighe che i due dovranno affrontare e che manderanno, ogni 5 minuti, tutto a puttane.
Su tutte, la suddetta pioggia di detriti che, ogni 90 minuti spaccati, tornerano a dstruggere tutto. Magari Trenitalia fosse così puntuale...

Il film si regge per tutti i suoi 91 minuti sui due attori. La prova della Bullock è buona (anche se resto convinto che con un'altra protagonista si sarebbe passati da ottimo ad eccellente) e per quanto riguarda George... beh, lo si vede - tranne che in un'occasione - sempre col casco. In pratica si sarebbe potuto usare anche un manichino, facendolo doppiare da lui.
Ma Cuaròn fa un lavoro strepitoso: rimarrete incantati dalla magnificenza visiva (dai, devono averlo girato davvero nello spazio!), da un 3D clamoroso e con addosso una tensione spaventosa neanche vi avvessero iniettato la trilogia di Scream per via endovenosa.

Insomma Gravity è una figata pazzesca, un film di una potenza straordinaria.
Un piccolo passo per l'umanità, un grande passo per Sandra Bullock. 

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