In premessa devo ammettere di avere un debole per Thomas Sullivan Magnum IV. In quella folta schiera di personaggi figli del militarismo buono della TV anni '80 - l'A-Team, McGyver, i tipi di Riptide, Michael Knight - Magnum è in assoluto il mio preferito. La facilità con cui acchiappava, quei baffoni amichevoli, la Ferrari, lo rendevano lo zio avventuroso che qualunque bambino avrebbe voluto avere. Oggi Magnum è stato reboottato (prima di lui era toccato a MacGyver) e, al posto di Tom Selleck, c'è Jay Hernandez e - pur non volendo vestirmi da fan integralista che si straccia le vesti e si mette a piagnucolare - è inevitabile che quando ti reboottano un ricordo d'infanzia, il risultato sia mal tollerato. D'altronde è fin troppo ovvioa che Jay Hernandez non ha il carisma di Tom Selleck e che Magnum P.I., per chi ha visto e vissuto la serie originale non potrà che restare sempre lui. Se ci pensate, è lo stesso discorso applicabile allo spin-off di Star Wars su Han Solo: il film è bellino, le situazioni interessanti, ma - a prescindere dalla prova attoriale di Alden Ehrenreich (salute!), lui non potrà mai darvi l'idea di essere Han Solo. Perché Han Solo è Harrison Ford, punto. 

Lo dicono gli spettatori, lo conferma anche la critica del web: la 2a stagione di Iron Fist è meglio meno peggio della stagione d'esordio. Ok, ma non lasciamoci trasportare da facili entusiasmi e non dimentichiamo che la prima stagione era stato il primo, grosso, passo falso di Netflix con le licenze Marvel. Da lì in avanti, di scivoloni coi personaggi della Casa delle Idee, mamma Netflix ne avrebbe fatti molti altri (su tutti la stagione 2 di Jessica Jones in cui lei, un un trionfo di pettorali maschili depilati e subplot ben oltre il confine del fregacazzi, combatteva una sciura coi capelli arruffati e problemi di controllo della rabbia che risultava meno credibile di Adam Sandler in Terapia d'urto).

Senza gli squili di trombe che di solito accompagnano i film di Star Wars e con degli incassi sotto le aspettative, è arrivato in sala lo spin-off che racconta l'origin story di Han Solo. Ma se il chiacchiericcio del web sul film è un po' sottotono, ben diversa è stata la risonanza che ha avuto nei mesi scorsi la tribolata produzione del film con mamma Disney che è andata un po' in confusione.

TWR la (psico)analisi di Deadpool 2: più grossi, più lungo e tutto intero

Era febbraio 2016 quando,  con il miglior incasso per un film stand-alone su un supereroe, Deadpool faceva il suo esordio al cinema (e no, in X-Men le origini: Wolverine non è mai comparso, c'è stata la ret-con). Il segreto del film fu lo sfrenato tono action-demenziale unito al sovvertimento dei principali cliché dei film di tutine (i supereroi sono tutti belli E INVECE NO lui è un cesso, i supereroi non copulano on screen E INVECE NO lui, fidanzato con una spogliarellista, si esibisce in vigorosi coiti, si trastulla con un dildo, e così via...). 

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Un po' come quelle serie TV seguitissime dal pubblico che, dopo programmazioni pluriennali, giungono finalmente al climax e, dunque, al finale di serie, i 10 anni di storie del Marvel Cinematic Universe sono arrivati all'epilogo.
"MA CHE STAI DICIENDOH! LA MARVEL FARÁ TANTISIMI ALTRI FILM! INIORANTEH!!!1!"
Certo, ci sono tanti altri film alle porte, ma quello che Infinty War doveva fare - e, onestamente, avevo il timore che invece non avrebbe fatto - era tirare le fila del più complesso ed ambizioso franchise cinematografico mai realizzato (seppur non esente da difetti, talvolta anche belli grossi) dando una sensazione di chiusura a storie che finora sono sempre state propedeutiche l'una all'altra. 

Pensavate che Sceneggiatore di Turno non ne avesse più? Eravate convintifino al termine di questa ottava stagione di The Walking Dead avreste assistito ad una interminabile sequela di sparatorie senza senso? Vi sbagliavate: Sceneggiatore di Turno ha ancora molte cartucce d sparare. Come ad esempio continuare a spostare gruppi di personaggi da un punto A ad un punto B. 

Dopo aver assisito ad oniriche distopie smarmellate, flashback in bianco e nero e ardimentosi salti avanti e indietro nella timeline, sappiamo che a Sceneggiatore di Turno piace cambiare la struttura delle puntate per stupire lo Spettatore. Per questo motivo, l'episodio 8x10 di Fuffa con gli Zombie, la serie anche nota come The Walking Dead, presenta una nuova trovata stilistica: i punti di vista multipli come se fosse antani Game of Thrones ma con la scritta grande del nome del personaggio che magari lo Spettatore è cretino e non lo capiva.

Si stava meglio quando di stava senza The Walking Dead.
Lo zombie drama anche noto come Fuffa con sporadici zombie, ritorna per la seconda parte della stagione 8 con un episodio lunghissimo di un'ora e lo fa perché ha un sacco di cose da raccontare E INVECE NO Sceneggiatore di Turno vuole mostrare allo Spettatore come confezionare 60 minuti di televisione totalmente privi di qualsivoglia contenuto/significato/momento di pathos/frase memorabile.

Dopo 17 film (D.I.C.I.A.S.S.E.T.T.E. F.I.L.M.) di tutine che si menano, il carrozzone del Marvel Cinematic Universe ha una sola strada per evitare di diventare ripetitivo: diversificare il prodotto

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